Una lettera per l’anno che verrà. Riflessioni dalla Lettera di Natale 2021

di Silvano Magnelli

26 gennaio 2022

E fare una Lettera per l’anno che verrà?

Da oltre quindici anni ci arriva un documento denso di suggestioni, di analisi, ricco di interesse per ogni vita, e ci arriva sotto Natale, visto come il momento principale della continua riattivazione, non solo per i credenti, della speranza nel Dio che viene a dirci che non siamo soli, perché è già venuto, viene e verrà, senza che neppure glielo chiediamo. Si chiama Lettera di Natale, parte da un gruppo qualificato di preti regionali di frontiera, ma oggi è condiviso anche da nuove comunità laicali presenti nel Triveneto. Mi chiedo però se questo dono così particolare non possa persino estendere la sua profonda e lungimirante riflessione, operando così una metamorfosi, aggiuntiva o sostitutiva, a tutto l’anno che sta arrivando, diventando così una lettera per l’anno che verrà. Se ne potrebbe così parlare in tutti i mesi dell’anno in arrivo, estendendo questa volontà, tipica di chi vuole Camminare Insieme, alle quattro stagioni dell’anno.

In attesa di capire se mai sarà possibile realizzare tale proposta, oggi ci troviamo di fronte ad un documento al solito stimolante, serio, aggiornato, con una forte motivazione di fondo, racchiusa nel titolo: Ripartire dalla cura. Siamo in questo momento bloccati, infatti, dalla paura e dall’incertezza, che ci oscura ogni idea di futuro, e in questo disagio pandemico, economico, sociale, globale, ci stiamo infilando in pensieri deleteri “legati a una visione culturale conflittuale, dove si cerca la salvezza nello scontro con chi non è dei nostri”, in forme esasperate di narcisismo, di pensiero magico-immaginativo, trovando la propria identità nell’esclusione di altri, se non addirittura in un aperto rifiuto di ogni forma di istituzione e in una battaglia disperata, quasi terminale, insensata e portatrice solo di dolore e nuovo odio.

Nella Lettera si indica un altro percorso per il presente e ancor più per il futuro, ovvero quello di cambiare l’ottica e di guardare a chi è rimasto indietro. Dal testo emerge così un elenco delle questioni dimenticate dai più: i morti sul lavoro, i femminicidi, la vergogna del commercio incontrollato delle armi e il proliferare delle guerre, gli ottantadue milioni di migranti in cammino sul Pianeta, con precise denunce dei respingimenti in Libia, della rotta balcanica, dei profughi abbandonati tra Polonia e Bielorussia con un deciso richiamo all’Europa di non tradire “lo spirito da cui è nata e le affermazioni dei diritti umani”. Un elenco di ingiustizie, temperato però dall’attiva presenza di comunità accoglienti, come quella di S. Egidio, promotrice dei corridoi umanitari, o del movimento in Polonia delle “luci verdi”, che segnalano ai profughi che ci sono case, dove possono essere accolti.

Assai importante appare poi l’appello ad ascoltare i giovani soprattutto sulle problematiche ambientali per trovare una nuova misura della cura di tutta la vita in natura.

Tutto questo implica una nuova passionalità empatica, che trova la sua sintesi stupenda nel famoso “I Care” di don Lorenzo Milani, ovvero “interessarsi, sentirsi interpellati e coinvolti”. Da tale movimento interiore parte ogni progetto di vera cura della vita su questa terra, mai da soli, ma con il metodo, ormai irrinunciabile, del camminare insieme. Se il Dio Padre di Gesù di Nazareth si è fatto uno di noi, si è fatto toccare, si è fatto prossimo, significa che la cura è la strada – aperta e proposta a tutte le persone di buona volontà – della ripartenza per “costruire un’umanità di giustizia, pace e fratellanza”. Specialmente in questo difficilissimo tempo.

Il testo della Lettera di Natale 2021 si trova sul sito della Comunità di San Martino al Campo: www.smartinocampo.it/ Pubblicazioni/Lettera di Natale.